L’Unione europea potrebbe, nei prossimi anni, andare incontro a un nuovo, rilevante allargamento dei propri confini. Sono stati recentemente aperti i negoziati per l’adesione di Albania e Nord Macedonia, ed è stato riconosciuto lo status di Paesi candidati a Bosnia ed Erzegovina, Georgia, Moldova e Ucraina. I negoziati erano, inoltre, già stati aperti da diversi anni con altri Stati come Montenegro, Serbia e Turchia. Il dibattito sul possibile allargamento si inserisce in una fase di estrema instabilità geopolitica (sia intra che extra europea), oltre che in un momento storico in cui viene posta nuovamente all’ordine del giorno la riforma dei Trattati europei nel senso di una maggiore integrazione politico-costituzionale. Questo inedito contesto presenta numerose sfide per gli ordinamenti nazionali e per l’Unione
È opportuno procedere a un ulteriore allargamento dell’Unione europea a Est, senza aver prima provveduto a una revisione strutturale dei Trattati? Quali potrebbero essere le conseguenze, per l’Unione europea e per gli Stati membri, oltre che per il processo di integrazione europea, di un allargamento “a Trattati vigenti”?