Autonomie e democrazia: una riflessione sui luoghi e i soggetti del pluralismo negli ordinamenti contemporanei

Numerosi ordinamenti, tra i quali si colloca anche l’ordinamento italiano, sono da diverso tempo afflitti da una profonda e multiforme crisi democratica che ha posto al centro del dibattito locuzioni come emergenza democratica, declino o sofferenza della democrazia.

Tra le manifestazioni di questo fenomeno vi sono l’incremento dei tassi di astensionismo politico e la volatilità elettorale che concorrono ad infragilire la legittimità del sistema democratico-rappresentativo. Basti prendere a riferimento i dati delle ultime elezioni politiche, in occasione delle quali si è registrato un ulteriore calo della affluenza del 9% rispetto alla tornata elettorale del 2018; calo che ha trovato conferma e che si è riproposto anche nelle più recenti elezioni amministrative.

Molteplici sono le cause che la dottrina ha ricondotto a tale fenomeno, a partire dalla crisi di legittimazione dei partiti politici, infragiliti nei propri presupposti ideologici e svuotati di contenuti, incapaci di mediare e di rispondere ai cambiamenti socio-economici, alle esigenze crescenti, sempre più plurali e anche sempre più polarizzate che attraversano le complesse società contemporanee. Proprio queste caratteristiche che connotano l’attuale tessuto sociale spingono a riporre la questione democratica nel suo alveo naturale che non deve però forse rimanere costretto nella sola dinamica classica del rapporto maggioranza/opposizione ma che dovrebbe aspirare ad una partecipazione effettiva lungo tutto il processo decisionale collettivo attraverso l’individuazione di luoghi in cui l’assetto pluralistico del nostro ordinamento possa essere preso sul serio. Riaccendendo i riflettori sull’affermazione secondo cui il valore delle autonomie è un problema di democrazia, ci si potrebbe interrogare sull’opportunità che l’individuazione di questi luoghi sia suscettibile di estendersi oltre i soli partiti politici, abbracciando l’insieme delle autonomie: i corpi intermedi, le formazioni sociali e le autonomie territoriali.

Da questi presupposti muove la domanda che si vuole porre ad apertura del dibattito: che valore possiedono le autonomie per la democrazia?

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