Giudice e intelligenza artificiale

Sempre più diffusa è la tendenza all’applicazione dell’IA nell’ambito giudiziario: si parla al riguardo di giustizia predittiva, ossia l’impiego di algoritmi complessi per assumere decisioni giudiziarie o prevedere l’esito di decisioni. Oggi la giustizia predittiva è molto diffusa negli Stati Uniti, mentre in Europa essa è ancora allo stadio sperimentale. Si discute molto sui vantaggi e gli svantaggi della giurimetria, ossia la misurazione e l’analisi dei fenomeni giuridici attraverso metodi quantitativi, associata alla giustizia predittiva e sulla obiettività, ragionevolezza e trasparenza delle decisioni adottate applicando modelli statistici e algoritmi di apprendimento automatico. Il caso Eric Loomis della Corte Suprema del Wisconsin mette in evidenza i rischi della legal technology applicata alla giustizia penale, soprattutto quando l’algoritmo è segreto e dunque non verificabile o contestabile.

Non a caso nel 2018 la Commissione europea per l’efficienza e la giustizia ha adottato la Carta etica europea sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei sistemi giudiziari e negli ambiti connessi.

I principi dell’equo processo e del diritto di difesa, cardini dei sistemi giuridici europeo e italiano, costituiscono un limite all’introduzione della giustizia predittiva? La giustizia predittiva, prescindendo dal giudizio sul fatto, può introdurre forme di responsabilità di tipo oggettivo, con tutte le conseguenze di natura etica e giuridica?

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