Trump, la retorica anti-LGBT e le donne.

ANGIOLETTA SPERTI*

Dando seguito alla promessa in campagna elettorale di riconoscere “solo due sessi”, il Presidente Trump ha firmato nel primo giorno del suo mandato l’ordine esecutivo n. 14168 dal titolo “Difendere le donne dall’estremismo dell’ideologia di genere e ripristinare la verità biologica nel governo federale”[1]

Trattandosi di un atto normativo che richiede una successiva disciplina di attuazione e integrazione da parte delle agenzie federali, l’executive order n. 14168 persegue innanzitutto l’obiettivo di trasmettere all’opinione pubblica un messaggio politico. Nelle sue premesse il provvedimento esprime, infatti, un intento molto chiaro: contrastare l’“ideologia gender” che, negando “la realtà biologica del sesso”, ha consentito “con mezzi giuridici e sociali agli uomini di autoidentificarsi come donne e di accedere a spazi e attività concepiti solo per le donne”,[2] “privandole della loro dignità, sicurezza e benessere”. Conseguentemente, il provvedimento intende restaurare “la verità biologica dei due sessi, fondamentale per l’indagine scientifica, la sicurezza pubblica, il morale e la fiducia nel governo stesso” attraverso un “linguaggio e politiche chiari e accurati che riconoscano che le donne sono biologicamente femmine e gli uomini sono biologicamente maschi”. 

Per ribadire tale principio e perseguire le finalità menzionate, l’executive order dispone, in primo luogo che, ai fini del diritto federale, esistano solo “due sessi, quello maschile e quello femminile” che “non possono essere mutati” alterando una realtà “fondamentale ed incontrovertibile”. Il “sesso” viene quindi stabilito in relazione ai gameti, per cui si definisce «femmina» “una persona che appartiene, al momento del concepimento, al sesso che produce la grande cellula riproduttiva”, mentre «maschio» “una persona che appartiene, al momento del concepimento al sesso che produce la piccola cellula riproduttiva”. Da questa definizione consegue, nel provvedimento, la rimozione dell’”identità di genere”, per cui si precisa che i termini «donna», «ragazza» e «bambina» vanno riferiti ai soli individui “femmine”, mentre «uomo», «ragazzo» e «bambino» ai soli individui “maschi” secondo la definizione precedente. Inoltre, il provvedimento non nega che l’«identità di genere» esista, ma sostiene che essa “rifletta un senso di sé … interiore e soggettivo, slegato dalla realtà biologica e dal sesso”.

La scelta di sostituire nelle definizioni il riferimento ai caratteri sessuali primari ed ai cromosomi con quello ai gameti è dettato dalla volontà dell’amministrazione Trump di escludere ogni possibile forma di riconoscimento delle persone intersex. Si tratta di un criterio che l’amministrazione Trump ha probabilmente ritenuto definitivo e certo, ma che non solo è contradditorio e di impossibile accertamento se posto in relazione con il momento del concepimento, ma che, al tempo stesso ignora decenni di ben noti studi scientifici che hanno dimostrato la complessità della nozione di “sesso” (e di espressione di genere), negando validità ad ogni classificazione di tipo binario. La premessa per cui la definizione di sesso e l’esclusione della identità di genere accolte nel provvedimento sono sostenute dalla scienza è, quindi del tutto in contrasto con l’obiettivo dichiarato di restaurare la verità scientifica. 

Come dichiarato dalle più importanti associazioni scientifiche nel campo della biologia, “oltre all’affermazione errata che la scienza sostenga una semplice definizione binaria di sesso, l’esperienza vissuta dalle persone dimostra chiaramente che la composizione genetica al momento del concepimento non definisce l’identità di una persona. Piuttosto, sesso e genere derivano dall’interazione tra genetica e ambiente. Tale diversità è un segno distintivo delle specie biologiche, compresi gli esseri umani”.[3]

Il provvedimento si pone, inoltre, in linea con le posizioni espresse dal Presidente Trump sin dal suo primo mandato, quando nel 2018 richiese al Department of Health and Human Services di dichiarare il “sesso” come un tratto “immutabile” della persona umana. 

Il riferimento all’“immutabilità” del sesso nell’executive order n. 14168 può essere letto come un richiamo al diritto naturale cui dovranno in futuro ispirarsi le nuove policies dell’amministrazione federaleIl provvedimento attribuisce, di conseguenza, all’Attorney General il compito di “formulare delle linee guida per garantire la libertà di esprimere la natura binaria del sesso e il diritto a spazi riservati ad un solo sesso nei luoghi di lavoro”, di correggere “l’errata applicazione” della sentenza della Corte Suprema nel caso Bostock v. Clayton County (2020)[4] (che aveva esteso alle persone trans le garanzie contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro) e di vietare che “i maschi siano detenuti nelle prigioni femminili”. Inoltre, ordina a tutte le amministrazioni di eliminare ogni documento o policy diretti a contrastare le discriminazioni verso le persone trans e più in generale, tutta la comunità LGBTQI+.

All’executive order n. 14168 hanno, infatti, già fatto seguito alcuni provvedimenti volti ad emarginare ed escludere dalla vita pubblica le persone trans: il Dipartimento di Stato ha sospeso il rilascio di passaporti per i quali sia stato richiesta l’indicazione della “X” come marcatore di genere, mentre altri dipartimenti hanno sospeso l’accesso ai percorsi di transizione per gli adolescenti e giovani adulti. Il Presidente ha inoltre dato seguito al provvedimento con altri executive orders per avviare il monitoraggio dei programmi educativi nelle scuole, tagliare i fondi federali a tutti gli istituti in cui sia svolto un “indottrinamento” “basato “sull’ideologia di genere e un’ideologia di discriminatory equality” ed infine, vietare alle ragazze trans di praticare sport nelle scuole. 

Quanto alla tutela delle donne, rileva osservare – nel breve spazio di questo commento – come il Presidente si proponga di difenderle facendosi interprete autentico del loro interesse. Nell’executive order n. 14168 si sottolinea, infatti, che “gli sforzi per sradicare la realtà biologica del sesso attaccano fondamentalmente le donne privandole della loro dignità, sicurezza e benessere. La cancellazione del sesso nel linguaggio e nella politica ha un impatto corrosivo non solo sulle donne, ma sulla validità dell’intero sistema americano. Basare la politica federale sulla verità è fondamentale per l’indagine scientifica, la sicurezza pubblica, il morale e la fiducia nel governo stesso”.

In chiave paternalistica il provvedimento desume, quindi, le esigenze di tutela delle donne dall’esclusione delle persone trans, intersex e non-binary dalla vita sociale, ritenute colpevoli di ledere i diritti e gli interessi costituzionali delle donne “vere” e del “popolo” americano nel suo complesso. In questo modo, il provvedimento fa dei diritti delle donne strumento di lotta politica e di repressione ed alimenta la tipica narrativa populista della contrapposizione tra un’idea di “popolo” – priva di distinzioni al suo interno e che non tollera alcuna espressione della libertà e dell’autodeterminazione individuale – contro qualsiasi “entità insinuante”[5] e, in particolare, la comunità LGBTQI+. 

*Professoressa Ordinaria di Diritto Pubblico Comparato, Università di Pisa.

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[1] D.J. Trump, Exec. Order n. 14168 (Jan. 20, 2025), https://www.whitehouse.gov/presidential-actions/2025/01/defending-women-from-gender-ideology-extremism-and-restoring-biological-truth-to-the-federal-government/.

[2] Nel provvedimento si fanno gli esempi “degli alloggi per le donne vittime di abusi domestici e delle docce per le donne sul posto di lavoro”. Dal tenore delle disposizioni (ed in particolare dal riferimento agli “spazi pensati per un solo sesso”) si può desumere che il provvedimento intenda sopprimere anche i “gender-affirming bathrooms”.

[3] Societies of Systematic Biologists, Society for the Study of Evolution and American Society of Naturalists, Letter to the US President and Congress on the Scientific Understanding of Sex and Gender, 7 febbraio 2025 (https://www.evolutionsociety.org/news/view/). Di analogo tenore le dichiarazioni dell’American College of Obstetricians and Gynecologists che ha dichiarato che non darà seguito al provvedimento cambiando le proprie definizioni di “sesso” e “genere” e dell’American Psycological Association, secondo cui “la definizione ignora decenni di studi scientifici e arreca danno ai giovani e alle famiglie, compromettendo risultati critici in materia di salute mentale”. 

[4] Bostock v. Clayton County, 590 U.S. 644 (2020).

[5] M. Rovelli, Populismo 2.0, Torino, Einaudi, 2017, p. 12.

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